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L’arte è diventata un fenomeno di massa e di costume, come testimoniano le code alle mostre e l’afflusso alle fiere. L’ultima edizione della Biennale di Venezia (2022) ha fatto registrare l’affluenza a record di pubblico, con oltre 800mila biglietti venduti, il 35% in più dell’edizione precedente.

L’alto numero degli appassionati con meno di 35 anni conferma che si tratta di un trend in crescita: alla Biennale un terzo dei visitatori era composto da giovani. Grande anche l’impatto mediatico: non c’è quotidiano che non dedichi all’arte ampio spazio giornaliero. E spesso i frequenti record alle aste guadagnano richiami in prima pagina. L’arte contemporanea in particolare offre una testimonianza dello spirito del nostro tempo. Rispetto all’arte delle epoche precedenti, non può prescindere dalla internazionalità. Inoltre è l’epoca artistica preferita dalla upper class, intesa nel senso culturale e socioeconomico.
Occuparsi di arte contemporanea attribuisce uno status alto. Per questi motivi, oggi, è il periodo più seguito dai media.

* La definizione di arte contemporanea non è univoca. In questo contesto intendiamo le opere di artisti ancora in vita, la cui produzione più significativa va dagli anni Novanta in poi. La definizione del glossario Tate, per cui si intende come contemporanea solo l’arte prodotta nell’ultimo decennio appare troppo restrittiva. Oltre che da elementi cronologici, l’arte contemporanea è caratterizzata dalla ricerca e dall’innovazione: dei materiali, delle tecniche, delle espressioni creative.

Visto il grande fervore della ricerca nell’arte iniziata dalla fine della seconda guerra mondiale, alcuni esperti uniscono in una unica definizione “post war art” tutti i movimenti dalla seconda metà degli anni 40 a oggi.