L’arte è diventata un fenomeno di massa e di costume, come testimoniano le code alle mostre e l’afflusso alle fiere. L’ultima edizione della Biennale di Venezia ha visto la partecipazione di quasi 480mila visitatori, la maggior parte dei quali paganti. Quasi 10% in più dell’edizione 2011, a sua volta cresciuta del 20% rispetto a quella del 2009, che già era cresciuta del 18% sul 2007. Dall’edizione del 2001, i visitatori si sono più che raddoppiati.
L’alto numero degli appassionati con meno di 35 anni conferma che si tratta di un trend in crescita: alla Biennale un terzo dei visitatori era composto da giovani. Grande anche l’impatto mediatico: non c’è quotidiano che non dedichi all’arte ampio spazio giornaliero. E spesso i frequenti record alle aste guadagnano richiami in prima pagina. L’arte contemporanea in particolare offre una testimonianza dello spirito del nostro tempo. Rispetto all’arte delle epoche precedenti, non può prescindere dalla internazionalità. Inoltre è l’epoca artistica preferita dalla upper class, intesa nel senso culturale e socioeconomico.
Occuparsi di arte contemporanea attribuisce uno status alto. Per questi motivi, oggi, è il periodo più seguito dai media.
* La definizione di arte contemporanea non è univoca. In questo contesto intendiamo le opere di artisti ancora in vita, la cui produzione più significativa va dagli anni Ottanta in poi. La definizione del glossario Tate, per cui si intende come contemporanea solo l’arte prodotta nell’ultimo decennio appare troppo restrittiva. Oltre che da elementi cronologici, l’arte contemporanea è caratterizzata dalla ricerca e dall’innovazione: dei materiali, delle tecniche, delle espressioni creative.